Autore: Veronica Roth
Editore: Mondadori
Pagine: 216
Sinossi
Il dolore è la vocazione di Dymitr. La sua famiglia appartiene a un'antica stirpe di cavalieri che sacrificano la propria anima per poter uccidere i mostri che popolano il mondo. Ora è chiamato a un'altra missione, più rischiosa, forse mortale: trovare la leggendaria Baba Jaga. Ma per riuscirci sarà costretto a stringere un'alleanza proprio con una delle creature che ha giurato di cacciare. Il dolore è l'eredità di Ala, una zmora abituata a cibarsi della paura degli umani. Ormai non le resta altro che arrendersi alla maledizione che l'ha colpita anni prima e che, insinuandosi nelle sue giornate, le sta rubando la vita, attimo dopo attimo. Quando Dymitr le offre una cura in cambio del suo aiuto, non ha molta scelta né molto da perdere. Insieme, costretti a una corsa contro il tempo, dovranno affrontare un mondo sotterraneo insidioso. Eppure saranno i segreti di Dymitr - e le sue vere motivazioni - ciò che potrebbe davvero mettere a rischio la loro missione. E la loro vita. Con "Quando sei tra i corvi", Veronica Roth costruisce una storia sorprendente e che scorre rapida, attingendo al generoso bacino del folklore slavo. Una storia che fa perno su una domanda fondamentale: è possibile per noi trovare redenzione ed espiazione abbracciando proprio ciò che più temiamo?
Recensione
I protagonisti e voci narranti di questa storia sono Dymitr, Ala e Niko, tre giovani dal passato complicato e segnato dal dolore. Dymitr è erede di una stirpe di cacciatori di mostri e il dolore lo accompagna , Ala è stata colpita da una maledizione che perseguita la sua famiglia e ogni giorno viene torturata da orrende visioni, Niko è unico nel suo genere, uno strizgon, una razza solitamente di sole donne. I tre si trovano uniti per un caso o per fortuna e la loro avventura li legherà in un modo che non si sarebbero mai aspettati. L'ambientazione è un mix un po' diverso dal solito, l'autrice ha creato un classico Urban fantasy pescando nelle leggende slave delle sue origini, con qualche spunto da The Witcher. Inizialmente, non conoscendo bene questo tipo di leggende, ho fatto un po' fatica a distinguere zmore, strizge, spettri e figure varie che compaiono. Ma una volta afferrato il meccanismo la storia scorre bene . Non ha una trama particolarmente complessa ma funziona e coinvolge. Forse avrei evitato la parte dell'attrazione mm, che ha poco fondamento e non ha il tempo di svilupparsi ma è un dettaglio di poco conto. I personaggi principali mi sono piaciuti tutti e tre a modo loro. Mi è piaciuto il fatto che Ala in qualche modo rispecchia l'autrice nel suo essere una straniera per la sua stessa gente, sua madre infatti non le ha mai insegnato la lingua polacca e non le ha raccontato quasi nulla delle loro tradizioni pensando di lasciarla così libera di fare le sue scelte ma togliendole così la possibilità di sapere quali sono le sue origini. Mi è piaciuta molto questa tematica. Dymitr è un personaggio molto bello e intenso, il suo dolore è toccante. Il finale mi è piaciuto molto, non avrei voluto nulla di diverso.