mercoledì 14 luglio 2021

Recensione: Il grido della rosa di Alice Basso




Autore: Alice Basso

Editore: Garzanti

Pubblicazione: 2021

Pagine: 304

Sinossi:

Torino, 1935. Mancano poche settimane all’uscita del nuovo numero della rivista. Anita è intenta a dattilografare con grande attenzione: ormai ama il suo lavoro, e non solo perché Sebastiano Satta Ascona, che le detta la traduzione di racconti americani pieni di sparatorie e frasi a effetto, è vicino a lei. Molto vicino a lei. Alla sua scrivania Anita è ancora più concentrata del solito, perché questa volta le protagoniste sono donne: donne detective, belle e affascinanti, certo, ma soprattutto brave quanto i colleghi maschi. Ad Anita sembra un sogno. A lei, che mal sopporta le restrizioni del regime, che ha rimandato il matrimonio per lavorare, che legge libri proibiti che parlano di indipendenza, libertà e uguaglianza. A lei, che sa che quello che accade tra le pagine non può accadere nella realtà. Nella realtà, ben poche sono le donne libere e che non hanno niente da temere: il regime si fregia di onorarle, di proteggere persino ragazze madri e prostitute, ma basta poco per accorgersi che a contare veramente sono sempre e solo i maschi, siano uomini adulti o bambini, futuri soldati dell’Impero.

E così, quando Gioia, una ragazza madre, viene trovata morta presso la villa dei genitori affidatari di suo figlio, per tutti si tratta solo di un incidente: se l’è andata a cercare, stava di sicuro tentando di entrare di nascosto. Anita non conosce Gioia, ma non importa: come per le sue investigatrici, basta un indizio ad accendere la sua intuizione. Deve capire cosa le è successo veramente, anche a costo di ficcare il naso in ambienti nei quali una brava ragazza e futura sposa non metterebbe mai piede. Perché la giustizia può nascondersi nei luoghi più impensabili: persino fra le pagine di un libro.

Recensione:

Un nuovo e meraviglioso mistero per Anita e Sebastiano, i sei mesi da lavoratrice di Anita procedono e miracolosamente la giovane che odiava studiare e leggere ha scoperto un universo meraviglioso dietro le pagine del giornale Saturnalia che dattilografa per lavoro, Saturnalia infatti pubblica racconti gialli, thriller e noir. Sebastiano per poterli pubblicare si maschera dietro ad una parvenza di bravo fascista. Lui e Anita sono sempre più complici e questa volta si trovano a indagare sulla misteriosa morte di una giovane donna, neo madre sordomuti che per necessità aveva dovuto far adottare il suo bambino ad una ricca famiglia torinese. Proprio la notte in cui il piccolo viene presentato alla società, la madre viene trovata Morta davanti ai cancelli della villa. Cosa le è accaduto veramente? Su questo iniziano a indagare i due con l'aiuto di Julian, giornalista amico di Sebastiano, e di Clara e Candida, quest'ultima fa volontariato presso ONMI (Opera Nazionale Maternità e Infanzia) dove aveva trovato ricovero la giovane madre. In questo secondo volume l'autrice si lancia in una trama seppur sempre leggera e scorrevole da un certo punto di vista, anche molto impegnativa e complessa. Ci troviamo a visitare infatti alcune sedi dell'ONMI e a scoprire quale fosse il destino delle ragazze nubili e incinte. Vediamo dall'interno le Case Chiuse (bordelli per chi non lo sapesse) e quale fosse la vita delle prostitute durante il Regime. Ho trovato questa storia veramente molto interessante, per la seconda volta l'autrice riesce continuamente a coinvolgere, interessare e affascinare il lettore. I personaggi principali hanno una caratterizzazione tale che a questo punto sembra di conoscerli per davvero e una volta ultimato il romanzo se ne sente inevitabilmente la mancanza. Essendo torinese inoltre non ho potuto non apprezzare il fatto che la storia fosse ambientata nella mia città, le descrizioni dei luoghi che conosco ma di un periodo precedente sono veramente belli da leggere. Bellissima storia, adatta a tutti i tipi di lettore. 

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