martedì 16 febbraio 2021

Recensione : Scrivere è un mestiere pericoloso di Alice Basso




Titolo: Scrivere è un mestiere pericoloso

Autore : Alice Basso

Editore : Garzanti 

Pagine : 339

Sinossi :

Un gesto, una parola, un'espressione del viso. A Vani bastano piccoli particolari per capire una persona, per comprenderne il modo di pensare. Una dote speciale di cui farebbe volentieri a meno. Perché Vani sta bene solo con se stessa, tenendo gli altri alla larga. Ama solo i suoi libri, la sua musica e i suoi vestiti inesorabilmente neri. Eppure, questa innata empatia è essenziale per il suo lavoro: Vani è una ghostwriter di una famosa casa editrice. Un mestiere che la costringe a rimanere nell'ombra. Scrive libri al posto di altri autori, imitando alla perfezione il loro stile. Questa volta deve creare un ricettario dalle memorie di un'anziana cuoca. Un'impresa quasi impossibile, perché Vani non ha mai preso una padella in mano. C'è una sola persona che può aiutarla: il commissario Berganza, una vecchia conoscenza con la passione per la cucina. Lui sa che Vani parla solo la lingua dei libri. Quella di Simenon, di Vàzquez Montalban, di Rex Stout e dei loro protagonisti amanti del buon cibo. E, tra un riferimento letterario e l'altro, le loro strambe lezioni diventano di giorno in giorno più intriganti. Ma la mente di Vani non è del tutto libera: che le piaccia o no, Riccardo, l'affascinante autore con cui ha avuto una rocambolesca relazione, continua a ripiombarle tra i piedi. Per fortuna una rivelazione inaspettata reclama la sua attenzione: la cuoca di cui sta raccogliendo le memorie confessa un delitto.

Recensione :

Se nel primo capitolo di questa serie abbiamo fatto la conoscenza quasi esclusivamente di Silvana, ora abbiamo la possibilità di conoscere un pochino meglio anche i personaggi secondari come Berganza, il commissario che ha assunto Vani come consulente esterna della polizia. È un personaggio che mi piace veramente molto , è un uomo serio e riservato. Un commissario intelligente che fa il suo lavoro con grande passione. Se nel primo romanzo la conoscenza tra Vani e il commissario è molto superficiale qui inizia a prendere forma e a entusiasmare il lettore. Hanno una sorta di comprensione reciproca molto intensa anche se non espressa a parole.  Un altro personaggio che spicca in questo secondo libro è sicuramente Morgana, la piccola vicina di casa di Vani, come quest'ultima ripete spesso, "una se stessa in miniatura" , vestita di nero, con trucco nero e capelli neri, una piccola secchiona Dark ma molto più dolce e tenera della Vani adolescente che ci viene presentata in alcuni piccoli flashback nei quali abbiamo la possibilità di conoscere meglio la protagonista e le sue dinamiche familiari, alcuni di questi siparietti sono veramente spassosissimi. Riccardo invece dopo la scioccante rivelazione finale del libro precedente rimane un po' in disparte e devo dire che la cosa non mi è dispiaciuta particolarmente, anzi trovo che sia un personaggio abbastanza inutile, un cliché  che di fianco ad una protagonista come Vani stona un po'. Questa volta la storia gravita attorno ad un nuovo lavoro letterario per Vani, un libro di ricette (Vani odia cucinare e il suo capo lo sa) tratto dai ricordi dell' anziana cuoca dei GiaiMarin una famosissima famiglia di stilisti torinesi. Come se non bastasse Vani si troverà a dover anche affrontare le indagini per un caso di omicidio reoconfesso molto anomalo e le lezioni di cucina che il commissario Berganza le impartirà per il libro. Anche questa volta ho amato ogni pagina, la storia scorre veloce e non si riesce a staccarsene. Lo stile narrativo di questa autrice si conferma splendido. 

Un nuovo e simpaticissimo capitolo di questa serie che mi sta facendo sbellicare dalle risate e che continua a tenermi incollata alle pagine dei suoi libri! Unica piccolissima pecca ha mio avviso l'ho riscontrata nel fatto che tanto l'autrice caratterizza i suoi personaggi tanto è scarna delle descrizioni dei luoghi, abbiamo un idea abbastanza precisa delle abitazioni in cui si svolgono gli avvenimenti ma della città in generale non ci sono quasi accenni e per me che sono torinese di nascita è un vero peccato, avrei veramente voluto qualche descrizione in più. 

1 commento:

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