sabato 22 gennaio 2022

GDL Il mio nome è nessuno di Valerio Massimo Manfredi



Titolo: Il mio nome è Nessuno. Il giuramento

Autore: Valerio Massimo Manfredi 

Editore: Mondadori

Data di pubblicazione: 22 maggio 2017

Pagine: 353

Prezzo: 11,40 €

Versione e-book: 7,99 €


Trama: 

Ulisse, Odysseo, Nessuno: l'uomo dal multiforme ingegno, il mito che solca i mari, l'eroe più formidabile e moderno di tutti i tempi è qui, in queste pagine. E ci parla in prima persona, raccontandosi con tutta l'umanità e il coraggio che lo hanno reso, lungo ventisette secoli, più immortale di un dio.Dalla nascita nella piccola, rocciosa Itaca alla formazione di uomo e di guerriero al fianco del padre Laerte, dalle braccia materne della nutrice Euriclea al vasto mare da navigare sino a Sparta, dalla abbagliante e pericolosa bellezza di Elena all'amore per Penelope, dal solenne giuramento tra giovani principi leali al divampare della tremenda discordia: questo romanzo, primo di due volumi, segue Odysseo fino alla resa di Troia, grandiosa e terribile. Prima ancora che inizi il nòstos – lo straordinario viaggio di ritorno – l'avventura già è costellata di incontri folgoranti, segnata da crisi profonde, dominata dall'intelligenza e dall'ardimento di un uomo capace, passo dopo passo, di farsi eroe.La figura di Odysseo ha avuto lo straordinario destino di "reincarnarsi" infinite volte: i più grandi poeti lo hanno cantato, la sua orma profonda e sempre nuova è riconoscibile nei testi più importanti della letteratura di ogni tempo, a ogni latitudine. Tutti noi abbiamo la sensazione di ricordare da sempre le gesta di Odysseo, ma in questo romanzo, attingendo all'immensa messe di miti che lo vedono protagonista, Valerio Massimo Manfredi porta alla luce episodi e personaggi che non conoscevamo, ci regala la viva emozione di scoprire un intero universo brulicante di uomini, donne, imprese gloriose o sventurate. Ci mostra come accanto a quel personaggio fluisca gran parte dell'epos greco: Alcesti, le fatiche di Herakles, i sette contro Tebe, gli Argonauti, oltre ai due poemi di Omero. Odysseo non si erge solitario tra le ombre di dei guerrieri, ma il suo intero percorso di formazione, le sue radici famigliari, gli epici racconti di cui è nutrito dal nonno-lupo Autolykos e dal padre argonauta, i dialoghi con con Herakles e Aias, gli incontri con la misteriosa Athena dagli occhi verdi, ogni dettaglio dà corpo a un racconto profondamente sorprendente.Con assoluto rigore, ma anche con una vibrante adesione a questa materia "in continuo movimento", Manfredi compie la scelta forte di affidare la narrazione proprio a colui che disse di chiamarsi Nessuno: una voce diretta, potente, scolpita nella sua semplicità. Una voce dal fascino assoluto, una storia incalzante come i tamburi di guerra, tempestosa come il mare scatenato da Poseidone, piena di poesia come il canto delle Sirene. 


Ed ecco il CALENDARIO:

29 GENNAIO 2022 - Discussione  tappa finale sul blog Ombre di Carta da pagina 282 (capitolo 28) alla fine.




------------------ATTENZIONE SPOILER--------------------

Posso dire tranquillamente che questa tappa è quella che mi è piaciuta più di tutte fino a qui. Ho trovato molto toccante l'addio di Odisseo alla famiglia, soprattutto alla nutrice (sempre un passo indietro rispetto alla madre ma mille volte più madre di Anticlea) e al cane Argo. L'incontro tra Achille e Odisseo è molto diverso da quello che ricordavo e non capisco bene il motivo di questa modifica, così viene cancellato completamente lo scopo della venuta di Odisseo e tutta la parte relativa al suo ingegno perché nel mito è lui a riconoscere Achille travestito e a convincerlo a combattere, mentre in questo caso Achille ha già deciso da sé e lo stratagemma di Odisseo diventa solo una conversazione tra i due e nulla di più . 

Finalmente abbiamo un incontro diretto tra Odisseo e Athena, la parte divina di questa storia finalmente viene a galla anche se rimane al limite tra la realtà e l'immaginario proprio come l'ho sempre immaginato. Mi ha rattristato molto la fine dei due grandi eroi del passato Iason e Herakles, una fine triste e indegna ma in qualche modo sensata per il proseguire della nostra storia, sancisce la fine di un epoca e l'inizio di un altra, nuovi eroi nasceranno dalle loro gesta.

"Il mondo di Herakles, di Iason, dei sette re contro Te e, di Teseo di Atene che aveva vinto contro l'uomo-toro nel suo Labirinto, svaniva nella foschia che il vento solleva a dalla cresta delle onde"

Conoscevo già la sorte di Iphigenia per cui non ne sono rimasta particolarmente toccata Manfredi ne accenna appena assieme al fato che aspetta Agamennone al ritorno che ho sempre caldamente applaudito) . Ho trovato detestabile e terribile quello che ha comandato Odisseo ai due soldati che dovevano addestrare il piccolo Phyrro e la giustificazione divina non l'ho mai digerita, per la prima volta il suo personaggio mi è risultato antipatico. Mi è piaciuto molto il modo in cui Manfredi racconta gli anni della guerra, narrando solo i fatti salienti e saltando di anno in anno fino ad arrivare all'ultimo. Allo scontro tra Agamennone e Achille, al ritiro di quest'ultimo dalla guerra per vendetta. Facciamo a questo punto anche la conoscenza di Patroclo, ci viene presentata Criseide e viene accennata la figura di Briseide e il suo legame con Achille. Lo scontro tra Ettore e Aiace chiude la nostra tappa lasciando una grandissima voglia di continuare con questo romanzo. 

10 commenti:

  1. Arriva il momento della prova: la guerra. La diplomazia non basta a scongiurare quella che sarà una guerra lunga e sanguinosa, dovuta al rapimento di Elena, moglie di Menelao, da parte di Paride. Rapimento: emergono forti dubbi in merito a tale aspetto visto che si sostiene, da più parti, che Elene abbia seguito di propria volontà Paride abbandonando suo marito senza forzature. La guerra tra Troiani ed Achei che seguirà al fallimento del tentativo di accordo diplomatico tra i due popoli vedrà partecipi molti re (compreso Odysseo) alcuni dei quali periranno sul campo. Di questa guerra io ho sempre saputo molto poco visto che ciò che mi è stato insegnato e trasmesso è sempre stato limitato all'epilogo, con il cavallo di legno. Devo dire che è stato interessante conoscere aspetti che mi mancavano anche se mi sono interrogata a lungo sulle modalità seguite: a nessuno è passato minimamente per il cervello di sentire la versione di Elena considerandola come un oggetto da rivendicare, di appartenenza del marito. E' vero, nel momento in cui lei ha scelto il suo sposo tutti gli altri hanno sottoscritto un accordo affinchè tale unione venisse difesa ad ogni costo, ma il fatto che Elena, la bellissima Elena, non venga tenuta in debito conto se non come "merce di scambio" rende l'idea di quale fosse la considerazione delle donne all'epoca, decisamente fuori moda oggi. Ammetto, però, che io ragioni da donna moderna!!! Odysseo, che è la voce narrante, ammette che la guerra di Troia è la prima vera guerra che si trova ad affrontare visto che fino a quel momento si è sempre esercitato nella caccia o con i suoi istiutori: ora, invece, è arrivato il momento di togliere la vita ad altri uomini e questa cosa non gli piace, pur essendovi costretto dalle circostanze. La narrazione cattura. Merito della penna di Manfredi che non annoia e offre tanti dettagli su personaggi e situazioni.

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  2. Che dire di questi capitoli?
    Meraviglia pura!
    Ho amato tutto in ogni dettaglio ma la sensibilità e la saggezza di Odisseo mi sbalordisce! Un uomo forte ... Sinceramente Elena per me è sempre più una bagascia ma vabe... Che ci possiamo fare??
    Sinceramente il caro Paride mi sembra un coniglio pronto a farsi difendere da Ettore ed Enea... Mi piace tantissimo la figura di Athena che parla a Odisseo e lo consiglia ... Achille diciamo che (sono molto influenzata dalla lettura della miller) mi sta sulle balls da sempre... Ma leggere della tenerezza che ha in cuore mi addolcisce... Povero Pyrros comunque destino segnato dagli altri!
    Aiace il gigante I LOVE LUI!!

    ANDIAMO AVANTI E... GRANDISSIMO DIOMEDE ❤️

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  3. Temevo che questa terza parte, dove si entra nel vivo della guerra, risultasse "pesante" rispetto ai capitoli precedenti ma, ancora una volta, sono rimasta piacevolmente sorpresa dallo stile di Manfredi, che descrive benissimo i fatti senza però renderli troppo lunghi e difficili. Grazie a ciò la narrazione scorre davvero veloce ed è piacevolissima da leggere.
    Mi è piaciuto molto che si sia accennato praticamente a tutti gli episodi più conosciuti di questo periodo, facendo comunque procedere la trama a livello cronologico. Immagino però che, rimanendo poche pagine, il famoso viaggio di ritorno di Odysseo non verrà raccontato in questo volume ma nel prossimo... e a questo punto dovremo leggerlo assolutamente!

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  4. La lettura di questa terza tappa per me non ha fatto altro che confermare la grande maestria di Manfredi nel narrare un argomento stranoto in maniera accattivante e mai noiosa; anzi, il fatto che a volte si distacchi dalla versione più nota del mito dimostra, piuttosto, la sua puntuale documentazione su probabili versioni diverse che stuzzica ancora di più la curiosità di chi legge.
    Mi è piaciuta molto la caratterizzazione del personaggio di Odisseo anche in questa parte, quella di un eroe che non è mai solo tutto muscoli e armatura, ma che ci mostra il suo lato più umano nella dimostrazione dei suoi affetti e nella ricerca della difesa della pace e dei suoi ideali di onestà e saggezza.
    Passano gli anni e la guerra consuma gli eserciti in un lento e continuo massacro ma Odisseo non abbandona il suo proposito di trovare un modo per fare cadere quella città che sembra inespugnabile, sacrificata alla bellezza di una donna che ha scelto la sua libertà privando molti altri della vita; ho trovato molto bello anche il passo dell’incontro tra Odisseo ed Elena, quasi un modo per riscattare un personaggio da sempre dileggiato che ha seguito solo l’istinto di realizzare un sogno ingannevolmente presentatole dagli dei.
    Anche nell’ultimo capitolo, quando è il momento di scegliere chi si batterà in battaglia con Ettore, Odisseo non pensa alla gloria ma alla sopravvivenza, non già per viltà o egoismo, ma per tornare alla sua isola e ai suoi affetti più cari.
    Sono molto curiosa di come proseguirà la narrazione e, soprattutto, fino a che punto Manfredi ci darà la possibilità di seguire le gesta di questo personaggio!

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  5. Ma quindi Elena è stata rapita o è scappata con l'amante?
    E poi perché se è scappata con l'amante generando tutto quel casino non si accontenta e fa ancora gli occhi dolci a Odisseo (è parso anche a voi?).
    Odisseo, invece, continua a rimanere l'uomo saggio che è: anche se è costretto a lanciarsi nella mischia si vede che non è fatto per alzare le mani.
    Mentre Achille alla fine mi sta simpatico e fa benone a tirarsene fuori...
    Manfredi davvero riesce a rendere piacevoli anche questi capitoli dedicati alla guerra che, diciamocela tutta, talmente inflazionata, raccontata e usata,un po' ci è venuta a noi...almeno a me era venuta a noia!
    Bravo Manfredi!

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  6. Anche io ho apprezzato di più questa parte. Si entra un po nel vivo della guerra e per fortuna si saltano gli anni e si arriva all ultimo.. Certo dieci anni così di guerra e solo per una donna che probabilmente è fuggita di sua volontà... Neanche voglio parlarne.. Mi fermo qui perché avendo finito il libro non volevo spoilerare, e non ricordo fino a dove era la terza tappa. 😊

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  7. Eccomi! Io invece forse questa parte l'ho apprezzata un po' di meno, l'ho trovata un po' noiosa, forse perché essendo relativa alla guerra vera e propria era la parte che conoscevo di più... neanch'io come te Ombretta capisco perché Manfredi abbia voluto modificare la parte della storia relativa a come Odysseo ha convinto Achille a partecipare, o meglio perché ha variato la storia "vera" facendola diventare un mero oggetto di discussione tra i due, non ne ho vista la motivazione sinceramente, e mi piacerebbe poterlo chiedere all'autore :-) Io sono un po' una voce fuori dal coro forse per quanto riguarda il mio giudizio nei confronti di Odysseo, a me non è mai piaciuto come personaggio in generale, l'ho sempre trovato losco e vigliacco perché raramente si esponeva in prima persona e sfruttava le sue doti di intelligenza spesso a discapito degli altri, e purtroppo neanche in questo romanzo sono riuscita a farmelo piacere. Salvo comunque lo stile di Manfredi e la sua grande capacità evocativa.

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  8. Eccomi!

    Finalmente una parte di cui conoscevo un po' di più la storia! Il romanzo continua a piacermi molto, e questa parte della guerra soprattutto: mi piace molto il fatto che Manfredi non faccia un pippone su tutti i singoli avvenimenti ma salti da uno al successivo. E soprattutto mi piace il fatto che magari alcuni più famosi vengano riassunti nell’arco di poche righe ed altri invece abbiano un po’ più di spazio.
    Mi piace anche molto come Manfredi minimizzi l’intervento divino: una scelta sicuramente curiosa, lontana dai classici miti, che però non mi dispiace per nulla.
    L’unica cosa che non mi è piaciuta è stata come Achille ha deciso di combattere: ho dovuto rileggerla più di una volta, pensandomi di essermi persa il passaggio in cui lo riconosceva tra le fanciulle, e invece no, Manfredi ha deciso di far sì che Achille si presentasse da solo. Una scelta curiosa (che vi siano delle versioni a me sconosciute dove avviene così?), che però mi ha lasciato un po’ l’amaro in bocca perché, proprio come dici tu, si perde una delle occasioni in cui Odysseo dimostra tutto il suo ingegno.

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  9. La narrazione anche in questa tappa scorre veloce e riesce a coinvolgere anche se avrei preferito che Manfredi non si fosse discostato da alcuni fatti a noi più noti, mi sarebbe piaciuto leggere dell’’espediente di Odisseo di fingersi pazzo per evitare la guerra e che davanti alla possibile uccisione del figlio è costretto a rivelare il suo imbroglio così anche di come avrebbe smascherato Achille e costringerlo ad onorare il giuramento… non so mi sembra che stia dipingendo i personaggi un po’ troppo buoni e onorevoli…a parte Agamennone che rispecchia appieno il personaggio: altezzoso, borioso, ecc. Non ho ben capito il comportamento di Elena: lei prima della scelta sogna di essere con Odisseo come fossero marito e moglie e poi non lo sceglie? Vabbè che lui la rifiuta ma come pensava di realizzare quella visione? Aveva facoltà di scelta, di prendersi ciò che voleva ed invece si sottomette al volere di Odisseo… mah, a parte questa mia futile considerazione, la narrazione della guerra è stata soddisfacente, mi è piaciuto che Manfredi abbia raccontato solo i fatti salienti senza dilungarsi troppo. Sono curiosa di scoprire come racconterà la fine di Troia.

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  10. Scusatemi ma ho proprio dimenticato di commentare la tappa anche perché ero rimasta indietro. Continui col dire che la storia mi appassiona sempre in egual modo delle altre parti. Ogni tanto con tutti i nomi dei principi faccio confusione anche se non tutti sono importanti ma comunque mi rallentano un poco.
    È stato piuttosto conciso nel raccontare gli anni della guerra così da non essere molto dispersivo.
    Non conosco la storia nei minimi dettagli quindi mi risulta tutto nuovo. Infatti molte volte mi soffermo a cercare su internet nomi e luoghi per approfondire.


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