giovedì 28 maggio 2020

Blogtour - Recensione : La ballata dell'usignolo e del serpente di Suzanne Collins




  • Titolo: Hunger games, ballata dell'usignolo e del serpente
Autore: Suzanne Collins 
Editore : Mondadori
Pagine: 572
Prezzo: 20,90 cartaceo, 13,99 ebook 


Trama

L'AMBIZIONE LO NUTRE, LA COMPETIZIONE LO GUIDA, MA IL POTERE HA UN PREZZO

È la mattina della mietitura che inaugura la decima edizione degli Hunger Games. A Capitol City, il diciottenne Coriolanus Snow si sta preparando con cura: è stato chiamato a partecipare ai Giochi in qualità di mentore e sa bene che questa potrebbe essere la sua unica possibilità di accedere alla gloria. La casata degli Snow, un tempo potente, sta attraversando la sua ora più buia. Il destino del buon nome degli Snow è nelle mani di Coriolanus: l'unica, esile, possibilità di riportarlo all'antico splendore risiede nella capacità del ragazzo di essere più affascinante, più persuasivo e più astuto dei suoi avversari e di condurre così il suo tributo alla vittoria. Sulla carta, però, tutto è contro di lui: non solo gli è stato assegnato il distretto più debole, il 12, ma in sorte gli è toccata la femmina della coppia di tributi. I destini dei due giovani, a questo punto, sono intrecciati in modo indissolubile. D'ora in avanti, ogni scelta di Coriolanus influenzerà inevitabilmente i possibili successi o insuccessi della ragazza. Dentro l'arena avrà luogo un duello all'ultimo sangue, ma fuori dall'arena Coriolanus inizierà a provare qualcosa per il suo tributo e sarà costretto a scegliere tra la necessità di seguire le regole e il desiderio di sopravvivere, costi quel che costi.

Come sono nati gli Hunger Games? A questa domanda la Collins ha deciso di rispondere con la stesura di questo romanzo. Siamo esattamente 64 anni prima degli eventi che vedono coinvolta Katniss e 10 dopo la fine della rivolta dei Giorni Bui. Capitol City inizia adesso lentamente a riprendersi ma i segni della devastazione portata dalla guerra sono ancora evidenti. Coriolanus Snow, figlio di una ricca e celebre famiglia di Capitol, vive con sua nonna, o meglio la signoranonna, e con sua cugina Tigris nell'attico di famiglia sopravvissuto ai bombardamenti. Purtroppo però le cose non sono semplici come potrebbe sembrare, infatti dopo la fine della guerra gli Snow, a parte l'appartamento, hanno perso tutto, sono poveri e vivono del poco che riescono a raccimolare fingendo, con il prossimo, che nulla sia cambiato.

"Gli Snow si posano sempre in cima" 

Questo è il motto di famiglia e secondo questo ideale vive Coriolanus. Frequenta l'ultimo anno all'Accademia, una scuola che forgia i figli delle ricche famiglie di Capitol, coloro che dovranno un giorno prendere le redini della nazione, impegnandosi con tutto se stesso per riuscire ad emergere, a creare una posizione che gli permetta di riscattare il prestigio della sua famiglia. Coriolanus non è un personaggio facile da inquadrare, è molto ambiguo, il suo passato da principino viziato, nonostante le brutture e le privazioni dovute  alla guerra, lo porta ad avere la cosiddetta "puzza sotto il naso" che riesce a nascondere molto bene grazie al suo fascino e al suo savoir faire, è astuto e intelligente e a tratti molto distaccato. In alcuni momenti l'autrice ci porta quasi ad apprezzare il ragazzo, ci mostra un suo lato buono e altruista, ci coinvolge nel suo passato spiegandoci il suo amore per le rose e il suo affetto per la signoranonna e per la cugina ma per la maggior parte del tempo non riesce a non far emergere il suo lato più profondamente egocentrico. Infatti lo vediamo alle prese con i rapporti con i suoi compagni di scuola, ma nessun rapporto è del tutto sincero e profondo. Si affeziona al suo tributo, Lucy Gray, ma in fondo è più possessività che affetto vero e proprio. Coriolanus dalla sua posizione di mentore e sotto la spinta della dottoressa Gaule impara come sfruttare i media e le persone che ha attorno per i suoi scopi personali, lui vuole vincere e anche se nel suo intimo a volte prova sdegno per le brutture degli Hunger games, le sue mire rimangono al primo posto non sacrificherebbe mai nulla per la "giustizia". A parte il protagonista principale non ci sono altri personaggi degni di nota, neppure quella che dovrebbe essere la coprotagonista, Lucy Gray. I personaggi sembrano tutti caratterizzati solo in funzione di uno scopo ben preciso, per rappresentare un sentimento o una tematica importanti per l'autrice ma nessuno di loro suscita nel lettore un vero attaccamento. Infatti incontriamo Seianus, ricco figlio di un mercante del distretto 2 che con i soldi si è comprato l'accesso a Capitol, il ragazzo però odia la capitale e quelli che sono i suoi principi, lui è la correttezza morale fatta persona. Dall' inizio della storia si batte per contrastare le brutture dei giochi. Tigris rappresenta il sacrificio personale, lei da tutta se stessa per la sua famiglia anche quando questa non lo meriterebbe,la dottoressa Gaule è la follia e la crudeltà e così via. Questa storia è incentrata sopratutto sul personaggio di Coriolanus, sugli Hunger Games e la loro evoluzione. A questo stadio infatti ci ritroviamo davanti dei giochi completamente diversi da quelli della trilogia. Siamo agli albori, i giochi sono un esperimento in fase di evoluzione, sotto la supervisione della Capostratega Dottoressa Gaule, una donna veramente spaventosa, stanno tentando di renderli accattivanti per il pubblico, vogliono coinvolgere attivamente il popolo.

"Il problema era come rendere lo spettacolo più avvincente. A questo scopo, per la prima volta nella storia dei Giochi ai tributi sarebbero stati assegnati dei mentori. Per l’incarico erano stati selezionati ventiquattro tra gli studenti più brillanti all’ultimo anno di Accademia, ma i particolari erano ancora in fase di definizione. Si parlava di preparare ogni tributo a un’intervista personale, magari di dargli una ripulita a uso delle telecamere. Tutti concordavano sul fatto che, se gli Hunger Games dovevano continuare a esistere, era necessario che evolvessero in un’esperienza più profonda, e l’abbinamento dei giovani rampolli di Capitol City con i tributi dei distretti aveva incuriosito la gente"

Ho trovato molto interessante, anche se molto meno avvincente, il punto di vista esterno all'Arena. Durante i settantaquattresimi Hunger Games, avevamo letto la storia dal punto di vista di Katniss, un tributo, e per questo motivo la storia si svolgeva all'interno dell'Arena, quali potessero essere le dinamiche esterne e la funzione vera e propria dei mentori ci erano quasi sconosciute. In questo romanzo invece la storia è narrata in terza persona dal punto di vista di Snow, uno dei mentori. Questo ci consente di vedere non solo ciò che accade nell'arena, che in questa edizione è molto poco e molto lento, ma anche cosa accade fuori, come si destreggiano i mentori e il modo in cui tentano più o meno abilmente di convincere la popolazione a scommettere e a inviare doni ai tributi. Cosa in cui Coriolanus diventa pian piano sempre più abile. Effettivamente in questo romanzo il coinvolgimento sentimentale è molto scarso ma essendo scritto dal punto di vista di Snow io l'ho trovato molto azzeccato, lo stile dell'autrice riesce comunque a tenere incollato il lettore alle pagine, anche nella terza parte della storia, che è molto lenta e descrittiva. La crudezza degli avvenimenti e la repulsione per la facilità con cui alcuni personaggi si abituano alle atrocità rende la storia avvincente. Oltretutto essendo vista attraverso gli occhi di Snow trovo più che giusto il fatto che la narrazione sia fredda e impersonale. Lo stile di questa autrice mi piace molto e mi coinvolge. In conclusione posso consigliare questa lettura a tutti coloro che hanno amato la serie precedente ma non a coloro che si approcciano per la prima volta a questo mondo, questo anche se è un prequel non è ideato per essere una lettura per tutti, da leggere prima ma un approfondimento per coloro che già amano la storia e vogliono saperne di più.

5 commenti:

  1. ho amato tantissimo questo prequel, più di quanto mi aspettassi!

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    Risposte
    1. Anche io avevo molta paura di rimanere delusa da questo romanzo invece mi ha colpita molto!

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  2. Più che altro ho apprezzato il fatto di conoscere la storia della nascita degli Hunger Games e il fatto che il protagonista risulti giustamente odioso e non un buono traviato dagli eventi. Sul fatto che non sia una storia fondamentale ti do pienamente ragione

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