Autore : Federica Bosco
Editore : Garzanti
Pagine: 310
Trama
A volte per far nascere un'amicizia senza fine basta un biscotto condiviso nel cortile della scuola. Così è stato per Ludovica e Caterina, che da quel giorno sono diventate come sorelle. Sorelle che non potrebbero essere più diverse l'una dall'altra. Caterina è un vulcano di energia, non conosce cosa sia la paura. Per Ludovica la paura è una parola tatuata a fuoco nella sua vita e sul suo cuore. Nessuno spazio per il rischio, solo scelte sempre uguali. Anno dopo anno, mentre Caterina trascina Ludovica alle feste, lei cerca di introdurre un po' di responsabilità nei giorni dell'amica dominati dal caos. Un'equazione perfetta. Un'unione senza ombre dall'infanzia alla maturità, attraverso l'adolescenza, fino a giungere a quel punto della vita in cui Ludovica si rende conto che la sua vita è impacchettata e precisa come un trolley della Ryanair, per evitare sorprese al check-in, un muro costruito meticolosamente che la protegge dagli urti della vita: lavoro in banca, fidanzato storico, niente figli, nel tentativo di arginare le onde. Eppure non esiste un muro così alto da proteggerci dalle curve del destino. Dalla vita che a volte fortifica, distrugge, cambia. E, inaspettatamente, travolge. Dopo un'esistenza passata da Ludovica a vivere della luce emanata dalla vitalità di Caterina, ora è quest'ultima che ha bisogno di lei. Ora è Caterina a chiederle il regalo più grande. Quello di slacciare le funi che saldano la barca al porto e lasciarsi andare al mare aperto, dove tutto è pericoloso, inatteso, imprevisto. Ma inevitabilmente sorprendente.
Recensione
Non essendo il primo romanzo che leggo di questa autrice avrei dovuto sapere che iniziare a leggere una sua storia era un vero e proprio rischio, un cosiddetto salto nel buio. E invece mi sono fatta fregare di brutto, complici la trama che sembrava abbastanza tranquilla e una cover super leggera pensavo di trovarmi di fronte una storia di amore e amicizia, una classica lettura estiva. Ecco, non potevo sbagliarmi di più. La storia è tutta narrata dal punto di vista di Ludovica, siamo a Genova e facciamo la conoscenza di due bambine che si scambiano il pranzo, panino al prosciutto per una, biscotti bio per l'altra. Pian piano i caratteri delle due ragazze si delineano davanti agli occhi del lettore. Ludovica è timida, introversa, un po' secchiona mentre Caterina è il suo opposto, un carattere esuberante, vivace e caotico. Ma le due ragazze si compensano a vicenda alla perfezione e la loro amicizia si trasforma in una meravigliosa simbiosi. Ma come è normale la vita ci cambia, a volte allontana, altre avvicina ma se gli affetti sono sinceri è impossibile non ritrovarsi. E queste due ragazze si ritrovano e si allontanano in più di un occasione facendo fremere di ansia il lettore, perché le avversità che dovranno affrontare, unite o separate, saranno veramente tante e alcune terribili. I temi trattati in questo romanzo sono molteplici e tutti vengono toccati con intensità. Forse in alcuni momenti avrei voluto che l'autrice si limitasse ad affrontare un paio di tematiche spinose in meno, perché effettivamente butta veramente tantissima carne al fuoco, se si fosse trattato di un altra scrittrice sarebbe stato un vero disastro invece lei ne viene fuori con grande bravura. In più di un passaggio mi sono ritrovata ad angosciarmi per la sorte delle due protagoniste, a piangere calde lacrime per le loro sofferenze e a gioire per i risultati ottenuti. I personaggi vengono sempre caratterizzati in maniera così profonda che ti sembra quasi di conoscerli e ti affezioni un po' a tutti loro (uno a parte ovviamente, ma non posso dirvi di chi si tratta se no farei un grossissimo spoiler😅). Per non parlare del fatto che sia ambientata a Genova, che le protagoniste si fermino in più di un occasione a fissare quel mare che tante volte ho guardato anche io. Essendo un appassionata di fantasy , generalmente leggo romanzi di autori stranieri, ma in casi come questo mi trovo ad apprezzare molto una storia uscita da una penna nostrana, che descrive luoghi a me noti e che fa battute che capisco al volo.