Titolo : Costanza e buoni propositi
Editore : Longanesi
Pagine : 300
Sinossi :
Tutto avrebbe pensato, ma non di fare la paleopatologa dopo la laurea in medicina. Non di vivere a Verona, così distante da Messina, la sua casa. Non di avere una figlia piccola a carico, la buffa Flora. Non di rintracciare il padre della suddetta figlia dopo diversi anni, di trovarlo affascinante come quando l’aveva conosciuto e di scoprirlo perfetto con Flora. Non di provare ancora qualcosa per il suddetto padre. Non di poter vantare una discreta collezione di situazioni ed esperienze imbarazzanti. La vita di Costanza Macallè può dirsi, insomma, abbastanza travagliata. Eppure la trentenne dai capelli rossi ribelli e con il cappotto troppo leggero per l’inverno del Nord può contare su pochi ma buonissimi assi nella manica che la aiutano ad affrontare giorno dopo giorno le sfide della vita: i colleghi dell’Istituto di Paleopatologia, la sorella Antonietta, un’innata capacità di rialzarsi a ogni caduta, la consapevolezza di poter contare sulle proprie forze e l’ostinata determinazione di chi sa cavarsela anche con poco. Perché l’importante è avere sempre buoni propositi. La nuova vita che Costanza ha appena iniziato a costruire potrebbe, però, essere sul punto di cambiare un’altra volta. Il lavoro di medico è ancora in cima alla sua lista dei desideri e Marco, il padre di Flora, è ancora in procinto di sposarsi. Costanza dovrà quindi confrontarsi con importanti decisioni da prendere, cuori poco inclini ad ascoltare il cervello e un sito archeologico milanese che porta alla luce un incredibile mistero dal passato medievale della città. E soprattutto con la possibilità che, in fondo, quei buoni propositi siano solo illusioni.
Recensione :
Questo romanzo è il secondo capitolo della serie di Costanza, abbiamo lasciato la protagonista alle prese con un rapporto complicato con Marco, il papà della sua piccola Flora, in procinto di sposarsi con la fidanzata storica (oltre che pluricornuta), un lavoro che non la soddisfa pienamente dato che la paleopatologia non sarebbe propriamente il suo ambito professionale e tutte le difficoltà che derivano dal fatto di crescere una bimba di tre anni. In questo secondo libro proseguono le avventure di Costanza, sia dal punto di vista personale che lavorativo. Durante uno scavo nei pressi di Milano verranno infatti ritrovate delle ossa che ci trasporteranno nuovamente nel passato. Anche questa volta infatti il punto di vista di Costanza si alternerà con quello di una misteriosa sconosciuta del passato. La storia è scorrevole e molto ben scritta ma non mi ha coinvolta particolarmente, questi escursus nel passato non mi piacciono molto e la storia non decolla, non è un vero romance, né un giallo, né tanto meno un romanzo storico. La protagonista stessa non sa di molto, parte come una sorta di Bridget Jones, maldestra e sempliciotta, belloccia ma non particolarmente affascinante, non ha una crescita personale particolarmente interessante, rimane un personaggio abbastanza insignificante. Anche i personaggi che le gravitano attorno sanno di poco, Marco è un affascinante architetto che non riesce a essere fedele alla compagna di una vita ma ha l'unico pregio di accettare la nascita della bambina senza scappare a gambe levate, forse per la prima volta nella vita fa la cosa giusta. Costanza ne è invaghita, anche se mi chiedo ripetutamente durante la lettura, per quale motivo. Unico tocco di gioia lo si trova nella bebè (che a tre anni non è più tale ma fa lo stesso), una macchietta dolce e simpatica, molto tenere sono anche le figure del padre della protagonista e del fratellone. Anche con questa serie la Gazzola non mi ha convinta purtroppo.
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